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25/11 Auditorium Auditorium di Porcari, ore 21foscarini:nardin:dagostin / Spic&SpanLaura Moro – Manuela Tessi / Duefoscarini:nardin:dagostin / Spic&SpanLoro sono loro.Loro sono belli.Loro sono ok.Loro sanno di essere guardati.Loro non sanno.Loro non guardano.Loro hanno un corpo. Loro non ce l’hanno.Loro sono vuoti.Loro sono uno due tre.Loro sono uno.Loro sono tre.Che cosa vogliono nascondere?Mentono o dicono la verità? Che cosa non è come sembra? Dietro una facciata di salute, un lento disfarsi. Giorgia e Marco uscivano dalla gelateria con gli occhiali da sole, i pantaloncini corti ed i coni in mano. Nel guardarli, Francesca ha detto: “Che belli, sembrate dei fotomodelli!”. Giorgia e Marco sembravano, in effetti, molto belli.Ci siamo interrogati su cosa venga considerato bello.La prima risposta che ci siamo dati è che oggi viene largamente condivisa un’idea di bellezza. La rincorsa di questa idea si realizza come tentativo di aderire a un modello.Questo modello è: autoreferenziale, plastico, artificioso, fantastico, disegnato, colorato, preciso.Abbiamo osservato negli altri e poi, tristemente, in noi stessi, che è diventata nostra abitudine: toglierci le sopracciglia, portare la borsa come fanno tutti, assumere delle pose plastiche, guardarci spesso allo specchio, indossare gli occhiali da sole anche quando il sole non c’è.Siamo davvero diventati schiavi dell’idea di bellezza che abbiamo prodotto?Agli occhi di chi cerchiamo di essere belli? E come?Nella scelta del linguaggio coreografico, quello con cui intratteniamo la più stretta confidenza, desideriamo trovare un sistema di segni molto preciso.Il vocabolario gestuale che ricerchiamo tiene in considerazione due componenti: il mondo immediatamente riconoscibile delle vetrine dei negozi e delle copertine di Vanity Fair, e l’astrattezza di un movimento considerato nella sua pura fisicità.Vogliamo raggiungere una stilizzazione del gesto che lo renda assieme astratto, preciso ed evocativo.La prospettiva di esecuzione del materiale è dimostrativa. Laura Moro – Manuela Tessi / Duedanza e coreografia Laura Moro e Manuela Tessi, musica Lorenzo Tomio, immagini controlloZeta, tecnica e aiuto regia Matteo Cusinato, regia Laura Moroun grazie speciale a Francesca Foscarini, Art(h)emigra Satellite e all’Ass. Cult. Barco Mocenigo.Insieme installazione video e spettacolo di danza contemporanea, DUE si sviluppa intorno al concetto di “concomitanza” o “compresenza”, discutendo e minando l’idea stessa di “opposti” all’interno di una serie di situazioni doppie o binomi i cui termini sono apparentemente e palesemente in opposizione.La ricerca coreografica prende le mosse dalla rappresentazione di opposti partendo dal personaggio per giungere al puro gesto ed infine al corpo.Un primo studio scandaglia, alla ricerca di Doppi e Duetti, l’immaginario collettivo dalla mitologia al cinema, ma anche la storia dello spettacolo ( per esempio Odette e Odile del “Lago dei Cigni”, Dr. J. & Mr Hyde, Laurel & Hardy) e passa via, via, dal personaggio al gesto e con esso al contemporaneo e al quotidiano, con segni ed azioni opposti del repertorio gestuale  politico – sociale (il pugno e la mano tesa, il saluto militare e il gesto di vittoria…) ed emotivo (felice/triste).Il tutto si traduce in una coreografia che scompone, analizzandola, la gestualità fino ad astrarla e giungendo così, all’ambito della pura forma e del colore: chiaro/scuro, vuoto/pieno, retto/curvo, grande/piccolo…La prima parte dello spettacolo si allinea con l’idea di personaggio: i corpi sono ancora separati, successivamente invece, lo sviluppo che porta dalla figura umana al gesto, dà inizio ad  interazione e contatto tra le danzatrici. Esse si muovono sulla scena come se i due corpi, divenuti puri strumenti, fossero uno solo: segni e movimenti vengono eseguiti da entrambe, ma non si tratta di un unisono perché l’elemento rappresentato è uno e singolo, non un doppio; come se la figura umana fosse una sola, quasi a suggerire che l’identità stessa è una sola, ogni singolo ha dentro di sé il proprio opposto o che forse l’opposto assoluto, esiste più come categoria, idea, necessità cognitiva, raramente, di fatto, nella realtà.SPAM! Rete per le arti contemporanee è un progetto ALDES in collaborazione con DA.TO./Danza in Toscana – spazio per le arti performative contemporanee.

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